Sognavo di fare l’Architetto d’Interni: in Germania ho realizzato il mio desiderio

Come il coaching mi ha aiutata a trasformare il mio desiderio e sogno in realtà

Nulla mi dà più soddisfazione che ricevere il messaggio entusiasta di un cliente che è riuscito a realizzare il proprio sogno, è pura felicità!

Riporto qui uno stralcio della mail ricevuta qualche tempo fa, perché la contentezza che trapela è contagiosa.

Ciao Erika! Come stai? Dalle immagini instagram e facebook, ti vedo in giro con nuovi progetti e mi fa molto piacere per te!
Ti scrivo per mandarti un saluto, ma anche perché volevo condividere con te un mio grosso importante risultato: HO TROVATO LAVORO!!!

Ieri sera mi hanno fatto la proposta: un contratto a tempo indeterminato nel ruolo di architetto di interni nel settore alberghiero.
Sono di una felicità incredibile! Sento una leggerezza che non provavo da anni! Anzi...senza esagerazione, da mai! Perché non solo ho la soddisfazione del contratto, del fare passi avanti, ecc., ma anche per il fatto che farò il mio lavoro! Quello che desideravo da piccola!!!
È andata meglio di come sperassi!!!
Sono strafelice e non vedevo l'ora di condividerlo con te!
E che una nuova vita abbia inizio.
Gio

Giovanna T. è una giovane donna che nel settembre 2017 ha lasciato la sua Monsano, paesino in provincia di Ancona, per avventurarsi in Germania con il suo compagno. Dopo il trasferimento a Mülheim an der Ruhr, Giovanna ha subito iniziato a darsi da fare per imparare la lingua. Mi ha contattata circa un anno dopo e ha iniziato con me un percorso di coaching che è durato circa 3-4 mesi, tra il settembre e il dicembre 2018. La mail riportata sopra è del marzo 2019.

Nove mesi dopo quella mail, con periodo di prova ampliamente superato, un aumento di stipendio ottenuto e grande autonomia conquistata, ho chiesto a Giovanna il permesso di pubblicare la sua testimonianza perché è una storia rappresentativa di tanti che, come lei, lasciano il proprio paese alla ricerca di una vita migliore. In tanti partono con un sogno in tasca, lei lo ha realizzato.

Giovanna, che cosa ti ha spinta a partire due anni fa?
"Eravamo stanchi di una situazione non giusta per noi, della precarietà, dell'assenza di riconoscimento. Non è stata una decisione facile, presa alla leggera, ci sono voluti due anni per decidere. Poi siamo partiti. Andavamo verso l'ignoto, senza conoscere la lingua, un salto cosciente nel vuoto."

Che cosa cercavi esattamente?
"Serenità, stabilità economica, regolarità quotidiana, progetti, responsabilità. Mi sentivo amorfa, incompleta. Avevo già 38 anni. Mi sono detta che era l'ultima chance per ritrovare me stessa, quella che ero all'Università, con quell'entusiasmo che nel frattempo si era perso per strada."

Quali sono le prime difficoltà che hai dovuto affrontare?
"Prima di tutto la lingua, l'approccio con gli uffici pubblici, la burocrazia, la ricerca di informazioni."

Psicologicamente come l'hai vissuta?
"Sono sempre stata positiva. Avevo bisogno di dimostrare a me stessa e agli altri che ce l'avrei fatta. Mi sono buttata a capofitto nello studio della lingua. Per 8 mesi mi ci sono dedicata anima e corpo. Poi, dopo un primo entusiasmo iniziale, mi sono dovuta confrontare con l'autostima, un tema che mi portavo dietro da anni."

Cosa ti ha spinta a cercare aiuto?
"Ero consapevole che alla fine del corso di lingua avrei avuto bisogno di un sostegno. Non avevo più scuse, ottenuto il B1 di tedesco avrei dovuto fare sul serio, mettermi a cercare lavoro e questo significava affrontare il vuoto di autostima che mi portavo dietro."

Che ruolo ha avuto il coaching per te. Ti ha aiutata?
"Molto, il percorso insieme è stato un grandissimo aiuto. Da una parte mi ha permesso di fare quel lavoro su me stessa, e sulla mia autostima, che andava fatto per poter affrontare al meglio le sfide che mi attendevano. Dall'altra mi ha aiutata a mettere in fila le cose, i passi da fare…un piano d'azione insomma."

Cos'hai scoperto su te stessa?
"Che ci credevo davvero, che la mia motivazione era profonda. Questo percorso mi ha dato gli strumenti, il metodo, la struttura che mi sono serviti anche dopo e che continuo ad applicare nella mia vita."

Lo consiglieresti ad altre persone?
"Assolutamente sì. Troppo spesso il coaching viene visto come un aiuto per chi non ce la fa. Invece è qualcosa di diverso, ti permette di aprire delle porte, di ampliare la prospettiva, di scoprire strade che non avresti potuto trovare da solo. Perché nessuno può. È qualcosa che riesci a fare solo quando l'altro ti fa da specchio."

C'è qualcos'altro che ti sentiresti di dire a chi è partito o sta per partire?
A chi si trova nella mia situazione di due anni fa dico -Buttatevi, ne vale la pena, il gioco vale la candela! - E a te dico che ti penso molto spesso, che il coaching continua nella mia testa!."

E adesso quali sono i tuoi piani futuri?
"Faccio programmi, ma non troppo a lungo termine, ho imparato a godermi il presente. Però una cosa importante sì che l'ho pianificata. Ho appena compiuto 40 anni e nel 2020 mi sposo, La data è già fissata!"

A me non resta che dire auguri Giovanna! Ti sei meritata ogni millimetro di questo traguardo! Complimenti per il coraggio, per la tenacia, per la voglia costante di migliorarti e di crescere.
E grazie per la tua testimonianza, per aver accettato di condividere la tua esperienza, speriamo possa essere di aiuto e di ispirazione per molti.